La storia di Gianluigi B.

La speranza fioriva

come un seme piantato

nella terra più grassa,

quando è aprile inoltrato.

E la gente guardava

quella luce leggera,

si sentiva felice

e per niente rideva.

Milano viaggiava

come avesse una vela:

è finita la guerra,

ci godiamo la cena.

Luigi cresceva

con un solo problema:

sognare più forte

e non solo di notte.

Assorbiva con gli occhi

tutto l’azzurro del cielo,

mentre cambiava paesaggio,

disegnava il coraggio.

Dopo un respiro profondo

cominciava il racconto,

Luigi era strano,

fermo ma tanto lontano.

Sento

voci di donna a lavare nel fiume,

sento

il vento che gira, fischiando, tra gole e pianura,

sento

posti lontani dove non sono mai stato

e il sole che nasce,

mentre qui c’è la luna

a Milano.

La terra che trema sotto ai vulcani,

sento

nell’aria i tamburi e il rosso di fuochi lontani,

sento

ruscelli e cascate di sole,

mentre qui si progetta la forza di un nuovo motore.

Luigi era quello magro come un uccello

che volava sul foglio perché è quello che voglio.

Sento

voci di donna a lavare nel fiume,

sento

il vento che gira, fischiando, tra gole e pianura,

sento

posti lontani dove non sono mai stato

e il sole che nasce,

mentre qui c’è la luna

a Milano.

La terra che trema sotto ai vulcani,

sento

nell’aria i tamburi e il rosso di fuochi lontani,

sento

ruscelli e cascate di sole,

mentre qui si progetta la forza di un nuovo motore.

Luigi era quello magro come un uccello

che volava sul foglio perché è quello che voglio

e il foglio mi resta incollato sul cuore,

c’è scritto “se sogni, la tua vita non muore”.