Ecco i negozi
Deve essere stata una costosa
distillazione la marea del mare,
il cielo è più professionale:
premedita se stesso.
Il tempo, questo tempo è inaffidabile,
vengono giù gelati, poi rane,
un giorno baci celebri, un altro giorno
eliche in funzione.
E come informazione,
si sente spesso chiedere,
dov'è che si sistemano le capocchie ai fiammiferi
Queste le uscite spicce,
celeri così come lei le intuisce,
che veloci inceneriscono se stesse,
avanti un'altra: così si va, a spasso si va.
Ecco i negozi
e non le sembra più di stare a casa,
ecco cammina nell'uno e l'altro senso,
non avendo al fianco chi l'accompagnerebbe
nelle minime e le massime escursioni.
Ecco i negozi
che ingoiano tutti i fracassi,
non affliggono né stomaco né cuore, eccola
qui dov'è la padrona del proprio giro vita,
del proprio girocollo, del proprio giro periplo del
[corpo.
E lo spazio non è quella questione,
ecco i negozi, si può tacere senza
dare il silenzio come spiegazione:
ecco qui, tra le creature scisse,
tra chi entra e chi esce,
c'è uno scambio
di temperature.
Si diventa termometri contraddittori,
si passa tra le cose sfuse e vaghe,
come tra lacci d'alghe di tante
maghe Circi annegatrici,
dimenticando e poi dimenticando;
così sei fortunata: hai trovato
esattamente quello che cercavi:
tre bravi di caienna, ovvero,
un forchettino per i ravanelli.
Così sei fortunata: hai trovato
il posto più esclusivo della storia,
le pagine in cui Antonio
con Cleopatra, si strapazzano
ancora, come otarie
dalle braccia ormai implicite nell'altro,
sopravvissuti ad ogni nave che s'inabissò.
Immersi in un tripudio misto seta,
in una negligenza e oblio di sciarpe,
ed è come non mai non stare a casa.