Padrone
Padrone, sui miei fianchi non c'è
terra più da arare né rami che
potrai tagliare posso accenderti il
fuoco e dirti resta qui, rimani, io
son quella di sempre fra le tue
mani ma non parlare più, padrone
più d'amore.
Stagioni ne ho viste anch'io
passare sul corpo mio e il caldo più
caldo e il freddo ho sopportato io.
Io, con tutto l'orgoglio mio la
polvere ho morso io e ho visto
cadere giù foglie e stelle.
No stavolta ti dico no, la stessa
insolenza,
no la tua indifferenza, no
stavolta no.
E una volta di più per me che
senso ha dopo tante sconfitte,
averti per padrone, della mente, del
tempo che va, padrone strappare
un morso del tuo pane senza fame.
Riflesse negli occhi tuoi le morte
stagioni ormai non portano più il
tuo nome meglio se tu vai