L'anno, il posto, l'ora
L'anno il settantatre
il posto il cielo artico
l'ora che senso ha
d'estate è sempre l'alba.
L'incontro di ogni giorno con l'immensità
credo finisca qua.
Ciò che volava in alto ormai non vola più
e sto cadendo giù.
Sui ghiacci azzurri ormai
la nera ombra di rondine
è un punto quasi fermo ma
che cresce tra le nuvole.
Goccia d'acciaio inerte alle mie mani già
che si disperderà.
Ali negate al vento che ora stride di più
e mi trascina giù.
Davanti agli occhi miei
la folla delle immagini
vertiginosamente ma
per ordine in un attimo.
Colori e visi e voci della vita mia
passano e vanno via
suoni di vento e d'acqua che fermare vorrei
ma non c'è tempo ormai.
E non dite a lei
"non lo rivedrai"
dite ."non si sa, forse tornerà".
E non dite a lei
"non lo rivedrai"
dite "non si sa, forse tornerà".
Il bambino dorme già
e la notte è profumata
lei richiama il cane e poi
fra le mani prenderà
la coperta mai finita.
La vicina è andata via
ma le ha fatto compagnia
e domani tornerà.