Orient Express

Divise il pane insieme a me

con un'arancia in mano poi

mezzo in inglese e a gesti un po'

del viaggio in India mi raccontò

vino di datteri mi versò.

Parlò di gente andata via

cento corone in tasca e

mio Dio là in Asia che cos'è

c'è in quella terra una luce in più

c'è chi ne è vinto e non torna più.

Nella notte il treno ad un confine fu fermato

e lei ridendo disse: È il treno delle spie

guarda bene quello biondo laggiù in fondo.

Poi rimase offesa nel momento

in cui promosso da uno sguardo

io da scemo ci provai

lesse un libro fino all'alba in silenzio.

Ma all'uomo magro coi caffè

lei disse: Due! Sorrise e poi

stupenda anima del Nord

nella sua lingua che io non so

col suo saluto mi risvegliò.

Diedi allora il meglio di me stesso

e stava per finire il viaggio

quando fui sicuro che

la mia casa avrei rivisto non da solo.

Quanta folla c'era alla stazione

quella sera

fu un istante

dal suo fianco mi spostai.

Mi domando ancora adesso:

dove è andata?...